martedì 18 gennaio 2011

">

Bene, finalmente un'ipocrisia pubblicitaria viene smascherata. Vivo in pubblicità e so cosa significa per un creativo esporre il suo processo evolutivo di un'idea: una cosa sbagliata e poco rispettosa. Per me no però. Io lavoro con coscienza e con onestà e cerco di motivare sempre le cose che faccio e soprattutto dire la mia quando qualcosa è stupida o supera troppo un limite. Non mi spaventa, ma mi fa incazzare, l'idea di essere cacciato da un meccanismo se sono con la fedina etica pulita. Finchè non accadrà di vendere l'anima al diavolo (ma non credo che ci guadagnerò mai qualcosa) appoggerò chi cerca di cambiare un sistema. Cambiare, non distruggere, il che dimostra comunque cura e interesse nei confronti di esso. Bravi questi ragazzi di Nonchiedercilaparola che invitano chiunque a denunciare gli spot che usano la donna, quindi il sesso come esca, come elemento fondamentale del comunicare e vendere nello stesso tempo. Stiamo entrando nell'era della condivisione, dello sharing, non solo di "cose" che produciamo, ma anche dei processi che usiamo per crearle.